Sono stanco
la luce pallida dei neon
illumina il mio viso bianco

la noia mi attacca impertinente
il ronzio di queste luci
è come il flauto per il serpente

e la mia mente divaga
ora sono un buffone da fischiare
ora un guerriero che sventola una daga

e intraprende un’impavida avventura
ma poi inciampa ed è prigioniero non di un drago
ma di queste quattro mura

che soffocano la mia immaginazione
mi sputo nelle mani
e rifiuto questa emarginazione

dispiego le ali dal loro torpore
librandomi in un limbo
dove saró invisibile al dolore

e pronto a riprendere lo svago
mi sto annoiando
vado ad uccidere il drago